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per jiuatlagiio che n’aspetti ’. ()iietrli die si vanta. che presume quello che non dee, non per liuadagno che ne faccia d’oro o d’ariento, ò da vituperare sì come uomo vanaglorioso. Ma colui, che si vanta pei’ onore, o per utilità, non ò così da vituperare ’. Uomini sono die dicono bugie e rallegransene ^; e sono altri che dicono bugie, per essere tenuti grandi, o per guadagnare \ Bono è chi si dispregia, si è umile, e cela di so le gran cose, per fuggire lite e briga ^. sì come fece Socrate, per avere vita quieta. E 1" uomo che si esalta nelle piccolo cose, si è detto nulla.

1) 11 t: pur concession des choisis y/?/ aj/arlicinicnl a Inrfait.

2) Il T segue: car, sclonc s’ o///7»/o«,. est iuemlloiis. et bohanciers. La lacuna è pure nel ms. Vi.s.

3) F rallegransene. Il t: par sola: I niss. del.Sorio, e Vis. perciò che se ne rallegrano.

4) Il T aggiung-e: ou por aucun dclit ocoir. La lacinia e pure nel ms. Vis.

5) Ghiribizzano le stampe: l’uomo che si dispret/ia, si è umile, e cessa da se le gran cose, jier fugtjire lite e briga, sì come fece Socrate, per avere zita quieta. Il t: et cil est bons (pd s’uniilic, et cele de soi les gran choses por esckuer descorde et travail, si comme Jìst ISocrates, por mener sa vìe cn repos. Ridotta la lezione al t, correggendo l’ v.omo, in buono; che, in (. chi; cessa da, in cela di. Il ms. Via. V uoran dispregialo e umile, cela ecc.