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bene eh’ ô in lui e raenovalo: pei’ò che V uomo verace sì concede ed afferma quello eh’ è in lui di bene, né più ne meno. Ma V uomo che si dispregia, è meglio disposto che quello che si vanta, imperciò che ’1 vantatore mento in detto e in fatto. Peggiore di questi sopra detti è quegli che pensa di se quello che non ò, perciocché non conosce se medesimo ’, e però è più da vituperare che nessun altro.

L’ uomo veritiere è da lodare \, e T uomo bugiardo si è da vituperare ^; però che ciascun nomo dice cotali parole chente egli è fatto nel cuore *. L’uomo eh’ è veritiere per amore della verità, h migliore di colui eh’ è veritiere per amore, o

humilie etc. Sostituita la lezione lionese, perchè risponde perfettamente al t. II ms. Vis. legg-e: e grande ilicto, del resto è come la lionese.

1| Il t: di qui pense de soi, ce qui non est porce que il ne conoist soi meiime Empiuta la lacuna coi mss. del Sorio, e Vis. aggiungendo pensa di sé quello non è. Le stampe mutilano: peggiore di questi sopra detti è quegli che non coçnosce se medesimo.

2) Ut: et ti hom vrais, est bons el loables.

3) Il T: et li menconf/iers ( due codici, metiteres), est mauvais et hlasmahles.

4) Il t: chascuns dit leles paroles comme il est. Mutata perciò coi mss. del Sorio, e Vis. la lezione della stampa: ’7 hufjiariln dice colali parole rome qli è /’atto nel cuore.