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cura più delle grandi ’ cose che delle vili, sì come

uomo che basta a so medesimo. E nel suo movimento è tardo e grave ^ E nella parola è fermo ■\ E questa è la diffinizione del magnanimo. Colui che soperchia in queste cose, è detto vanaglorioso \ E quelli che s’inframettono di grandi onori, e di fatti, sì come ne fossero degni, con ciò sia cosa eh’ egli non sieno degni, siccome fare belli panni, ed altre cose di grande apparenza, e credono per questi essere esaltati; io dico, che li savi uomini gli hanno per matti, e per bestiali ^ Pusillanimo si è quegli, eh’ è degno delle grandi cose. e di grande onore, e ha paura di riceverlo, ed ascondesi da lui ^ E questo è male, però che ciascuno dee desiderare onore e beneficio convenevole a lui. Dunque ciascun uomo erra quando si parte dal mezzo; ma non sono molto rei. Nelr onore, che è nelle cose minori, si truova mezzo ed estremi, però che in queste cose si trova più e meno e mezzo ’, però che l’ uomo può deside 1) Mutato care in grandi, coi mss. inarciani e Vis. e eoi t: des yrans choses, que des pelites.

2) Il t: est sages en ses movemeus, cl en ses paroles.

3) Il t: pensan, et amesurez en parler.

4j II T: vaneglonous et bobanciers, colla variante lozengiers.

5) Il t: // sage li tiennent por fol, et por vain home.

6) Il T: ainz s’ en fuit, et repont.

7) Le stampe, ed il ms. Vis. travolgono: nell’onore si truova mezzo ed esfremi, (e manca nel ms. Vis.) e nelle co^c