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tatto è grande dilettazione. E però ò bestiai cosa seguir troppo la dilettazione del tatto. Che nel gusto non si dilotta tanto T uomo quanto nel tatto; che solamente la dilettazione del gusto è quando r uomo esamina li sapori.

Sono dilettazioni naturali, nelle quali l’uomo puote aver mezzo, sì come di non mangiare e non bere troppo, e questo mezzo si può dire castitade; che ’ la non castità si è eccesso nelle * dilettazioni corporali, e non nelle cose triste, però che nelle cose triste sì s’ intende lo suo mezzo la fortezza. Tal fiata è l’ uomo non temperato "^ e non casto, quando si duole più che non dee, quando egli non puote aver la cosa eh’ egli desidera ^ A

1) Dalle parole: sono diUllazionl naturali, ^no a: si può dire castitade, il t varia con queste: raais en ce que t/oster est autressi comme un louchisr, cu por lui norrir, sofist li deliz. Mais il en sont plicsor qui raemplissent lor venire comme hestes. Et sont aucun délit qui ne soni de nature, en qxioi l’ om fuet bien pechier. Il ms. Vis. varia qui e appresso.

2) Aggiunto eccesso, coimss. del Sorio, e col t: Irespassemens de délit corporel.

3) Non temperato, manca al t.

4) Le stampe errano: lai fiata è V uomo non temperato e non casto, quando si diletta più che non dee, e quando egli puole avere la cosa eh’ egli desidera. Il t: et aucune foiz est li honi neant chastes porce que il se dolisi trop quant il ne puet avoir ce que il desirre. Corretto perciò diletta, in duole, cancellato e prima di quatido, ed aggiunto non prima di