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Capitolo XVIII.

Della eastitade.

Castità si è mezzo intra seguire le dilettazioni corporali tutte, e non seguirne nulla \ Però che dilettarsi l’ uomo delle cose che si convegnono, e dove, e quando, e quanto, non vi bisogna quivi castità; però che vedere l’ uomo di belle cose, ed udire di belle novelle, ed odorare di belli fiori, come, quanto e quando si conviene, non vi bisogna quivi eastitade ^ Che castità non t’ è mestiero se non in due sensi del corpo, cioè nel gusto e nel tatto, ne’ quali noi comunichiamo con gli animali bruti ^ fortemente, sì come dilettarsi nelle cose che si mangiano e che si beone, e nelle cose che si toccano. E specialmente nel

1) non scguirm ìiidla, manca al t Chabaille che nota come interpolazione di un codice: et le refus, e dice: chaslce est ini entre le délit don cors, et si n’est pas entre tous. La lezione del Volgarizzamento è del tutto conforme alla dottrina prima insegnata. Questo inciso manca pure al ms. Vis.

2) Il T ha inoltre: et ces III deli: n’ont pas bestes. Questa lacuna è pure del ms. Vis.

3) Il T ed il ms. Vis.: les fiestes,

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