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Dunque le virtù e’ vizii sono secondo la volontà dell’ uomo.

E nota che l’ operazione e l’ abito non sono secondo la volontà dell’uomo in uno modo, ma in diversi. Però che l’ operazione del cominciamento suo infino alla fine sua, e nell’ arbitrio e nella vohìutà dell’uomo; ma l’abito non h nell’arbitrio, nò nella volontà dell’ uomo, se non al suo comincianiento.

Dunque deve volere fare lo bene, e fnfjgire lo male. Ed è olf,ima cosa, e non impossibile, a pigliare consuetudine e dottrina di fare bene. E chi la pi’/lia al cominciamenlo e perseverala, quel cotale uomo ha buofia e perfetta, e chi pif/lia il contrario, si ha mala natura. Ma perchè egli l’abbia ria, sì la può Vuomo fare buona se eqli vuole, che è in lui di pigliare qualunque vuole. Il t: Donqucs se chascuns hom est achoison de son habit et de sa ymagination, il convien que sanz son esprovement il ait aiicuti naturel commencement conoissable entre bien et mal, qui li face voloir li bien et eschuer le mal, car c-de est sovent bone chose que on ne puet mie avoir par usage ne par enseignement, mais est en l’ame par nature, et est bone et complie par nature. Por ce est il donc procô que vertus ne sont pas volente ne contre volente, plus ou mains que les vices. Preferita, perchè conforme al t, la lezione delle edizioni lionese e fiorentina, del nis. Zanetti, e dei Marciani, e Visiani.