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affliggono di molte pene coloro che fanno il male, ed onorano coloro che fanno il bene. Le leggi sì confortano gli uomini di fare lo bone, e costringonli ’ di non fare lo male. E niuno uomo conforta altrui delle cose che non sono in sua podestade. L’ uno uomo non conforta l’ altro che non ^ dea dolere di quelle cose di che dee avere dolore. Ne noi conforta che noi si scaldi del fuoco, se egli vi sta appresso, e che non abbia sete e fame. Coloro che fecero la legge, sì puniscono gli uomini della ignoranza della quale elli son colpevoli. E debbo l’ uomo sapere, eh’ egli è doppia ignoranza. L’ una si è quella della quale l’ uomo non ha cagione, sì come è la ignoranza del pazzo, ■e di quella non dee l’uomo essere punito. Un’altra ignoranza si è ^ della quale l’ uomo ha cagione, sì come è l’ ignoranza dell" uomo ebbro, e di quella dee l’uomo essere punito. Che ogni uomo che passa i comandamenti della ragione e della legge secondo volontà *, sì dee essere punito. E

1) Il t: la lois nos enorte de bien faire^ tt de nos garder de males oevres.

2) Ag-giunto non, col contesto, e col t: qv,’ il n’ eust dolor.

3) Aggiunto: si è, il quale ha riscontro col si è pa~ ralello nel periodo precedente, ed è nel t: ce eU de l’ivre.

4) Della ragione, e poi secondo volontà, manca al t. K nel nis. Vis.