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’1 Ijuono ’ quello eh’ egli vuole. Ed altri sono a cui pare, che quello che vuole comunemente la gente, sia quello che a lei paia essere buono ^ Ma secondo la veritade non è così. Che bene è quello che pare al buono uomo, che giudica le cose com’ elle sono, e giudica come l’ uomo sano di sapori, che giudica lo dolce per lo dolce, e 1" amaro per V amaro. Ma V uomo eh’ ò infermo fa tutt’ il contrario, che a lui pare Tamaro dolce, e ’1 dolce amaro. E così all’uomo reo, gli pare l’operazione buona rea, e la rea buona: e quello addiviene perchè all’uomo reo gli pare ciò che gli diletta, buono, e quello che non gli diletta, reo. Onde molti uomini sono infermi di questa infermità perversa ^ per ciò che l’operazioni del bene e del male sono in suo arbitrio. Onde se fare lo bene è in noi, fare lo male è anche in noi. Ed addiviene talora dell’ operazioni dell’ uomo, sì come de’ figliuoli, che posto che ’1 figliuolo sia reo, sì pare al padre, buono.

E come fare lo bene e ’1 male sia in noi, egli si mostra per coloro che fecero le leggi, che

1) Ag;g"iunto per maggiore chiarezza a hnono, V articolo col ms. Vis. e col t: // biens.

2) Aggiunto quello che a lei paia essere, col t, col ms. Vis. e col buon senso: ccles (choses) qui semblent estrc bones.

3) Perversa, manca al t. È nel ms. Vis.