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Né già per suo rumore

Non abbassar tuo onore.

Ma s’ è di te più forte,

Fa senno, se il comporte,

E dà loco alla mischia;

Che foli’ è chi s’ arrischia

Quando non è potente. Però cortesemente

Ti parti da romore. Ma se per suo furore

Non ti lasci partire Volendoti ferire,

Consiglioti, e comando. Non ne vada di bando.

Abbie le mani accorte: Non dubitar la morte,

Che tu sai per lo fermo Che già di nullo schermo.

Si puote uomo coprire. Che non vada al morire

Quando lo punto vene. Però fa grande bene

Chi s’arrischia al morire Anzi che sofferire

Vergogna, ne grave onta, ecc. ecc.

(Tesoretto, Cap. XVIII.)