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genera invidia; ed invidia, menzogna; menzogna,
inganno ’; e inganno, ira; ira, malavoglienza; raalavoglienza, nimistà; nimistà, battaglia, e battaglia dirompe la legge, e guasta la città.
Capitolo LXXXIII. Della dottrina del settimo libro ’.
In questo libro ci ha mostrato il maestro r insegnamento delle virtù e de’ vizii, l’uno per operare, e l’altro per ischifare, che questa è la cagione per che l’uomo dee sapere bene e male. E tutto che lo libro parli più delle virtù che de’ vizii, non per tanto, là ove lo bene ^ sia comandato a farlo, deve ciascuno intendere, che lo male è divietato, secondo ^ che Aristotile disse: Uno medesimo insegnamento è in due contrarie cose.
E certo quegli che vole recare sua vita all’ utile di lui e degli altri, Seneca insegna e co 1) Corretto ancora discadimento, in incanno, col t: decevance.
2) Il t: Ce est li darriens enseit/nemens de cesi livre.
3) Corretto ov’ elio, in ove lo, col t: là où li bien.
4) Aggiunto deve ciascuno intendere, che lo male è divietato, col t: doit ckascuns entendre, que li mal sont deveè à faire.