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Capitolo LXXX.
Della speranza.
Quelli che non finano di mal fare per niente hanno isperanza nella pietà di Dio, e nella sua misericordia richiedere. Ma s’ eglino si cessino dalle male opere, eglino lo potranno bene pregare \ Adunque ^ dee avere 1" uomo speranza in Dio, ch’egli gli perdoni suo peccato; ma l’uomo dee molto temere, che per isperanza che Dio promette di suo perdonamento, egli non sia perseverante ^ nel peccato. Altresì non si dee l’ uomo disperare, perchè i tormenti sieno istabiliti secondo il peccato; ma debbe schifare l’ uno pericolo e l’altro, in tal maniera che si guardi di
1) Corretto ma s’ egli si cessa dalle male opere, egli lo potrà bene pregare, in ma s’eglino ii cessano dalle ■ male opere, eglino lo potranno beile pregare, colla grammatica, e col T: mais se il cessassent de lor males oecres, il le porroient bien prier.
2) Corretto allora, in adunque, col t: adone.
3i Corretto perseverato, in perseverante, col t: perseverans.