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quanto tu perdi, per perdere il nome di buono
uomo, e amenuire tua fede e giustizia. Perchè dunque vogliono gli uomini il guadagno delle cose ’, e non vogliono le grandi pene della legge, e della laidezza ^ ?
Lasciamo dunque questi pensieri, e guardiamo se le cose che noi vogliamo sono oneste, se noi facciamo male a sciente, perchè dove solamente il pensiero è contra virtù, chiaro è che la opera è viziosa ^ La sola volontà del male pensato soffre tal pena, come se l’atto fosse compito.
E in mal pensiero non dee nessuno credere, che ’1 suo pensiero sia lungamente celato, né che ’1 possa celare a Dio, sì che nessuno dee fare male per avarizia, ne per malvagia volontà, né per altre cose turpi \ Tullio disse: Nulla cosa eh’ è corrotta di vizii, non può essere pro 1) Corretto le grandi, in il (jìiadagno delle, col t: le gaaing des choses.
2) Aggiunto e della laidezza, col t: de loi, et de la laidesce.
3) Il T varia: (jardons se ce que nos volons cnstiirre est honeste, ou se nos faisons mal à escient; car soulement don penser est contre vertu, jà soit ce que on ne viegne jusques au fait. Aggiunto col t: o se noi facciamo male a sciente.
4) Aggiunto turpi, col t: chose qui soit desavenant, ed aggiunto malvagia, a volontà, per le ragioni dette altre volte in egual caso.