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quello non è umano. E se egli è ad avviso,
che far torto sia male, ma crede che morte e povertà sia peggiore, egli è ingannato: perchè più grave è il vizio del cuore, cioè il torto, che quello del corpo, o di fortuna^ cioè morte o povertà.
E se alcuno mi domandasse: Se alcuno savio muore di fame, dee egli togliere ad altrui sua vivanda, che niente non vale? io dico che no, perchè la vita non è più profittabile che la volontà, per la quale ’ mi guardo di fare torto altrui per mio prò’. Quando l’uomo perde la vita, lo corpo è corrotto dalla morte; ma se lascio quella volontà, io caderò nel vizio del cuore, che è più grave che ^ quello del corpo. Altresì li beni del cuore sono miglior: che quelli del corpo, che meglio vale virtù che vita, e non conviene al buon uomo dire bugia, né dir male, né ingannare ^ né meno per guadagno. Tu non dèi dunque tanto apprezzare nulla cosa, né tanto volere tuo prò’, che tu perda nome di buono uomo, perchè quello guadagno non ti può valere tanto
deceuz; car plus griès est li vices dou cuer, ce est tors, que cil dou cors, ou de fortune, ce est mors, ou pouretè. Empiuta la lacuna.
1) Corretto quello, in la quale, col t: par quoi.
2) Mutato a, in che, col t: que.
3) Aggiunto né dir male, né ingannare, col t: ne mal dir, ne décevoir.