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di quel che non de’. e ’ troppo. si è detto iracondo: e quello che s’adira meno che non dee, è detto inirascibile ^

La verità si è mezzo in tra due estremitadi, ciò è lo soperchio e ’1 poco. Quegli che tiene mezzo fra queste due cose si è detto verace, e quegli che soprabbonda è detto vantatore, e quegli che viene meno si è detto umile. Quello che tien il mezzo nelle cose di sollazzo e giuoco, è detto in greco eutropelos \ e quegli che soperchia in ciò è detto giullare \ e quegli che viene meno si è detto campaino \ L’uomo che tien lo mezzo in sapere vivere con le genti si è detto amico e civile \ e l’uomo che soperchia in ciò, s’egli lo fa senza utilitade, sì si chiama piacevole \ e s’egli

1) Corretto col buon senso: di quel che non dee troppo, in di quel che non de’, e troppo.

2) Il t: 7ion courrecous, colle varianti ccrrocable, courroussable, courechables.

3) Il T: eutrapelos, eolle varianti, otrepelos, colle varianti outrepellos eutropoles, eutrepelos. Nota il Carrer: L’ edizione fiorentina ha 5r«/KTr)ç: meglio -KcxiSià. Corretto coi mss. del Sorio. Le stampe, metrocalos.

4; Il T: est ju.’jleor et ménestrel.

5) Il t: est forestiers et champestres. I mss. del Sono leggono campaio. Così anche il ms. Vis. 6, Il t: amis et hom. plaisans. 7) lì T: discourtois, colla variante mescourtois.