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Di troppo desiderare queste cose ne vietan

sei ’ speciali cagioni.

La prima è, però che la vita d’ uomo è corta. Orazio dice: La brevità della vita ci mostra, che noi non doviamo cominciare cosa di grande speranza. Tu non sai se tu viverai domattina; non pensare dunque di domane, che Dio non vole che noi sappiamo quello eh’ è addivenire, ma ordina le cose presenti. Che quegli dee essere lieto, che puote dire: Io son bene vivuto un giorno, che se ^ ’1 dì d’ oggi è chiaro, e quello di domane sarà scuro, che nulla cosa è bene augurata ^ da tutte parti. Seneca dice: In ciò semo noi tutti ingannati, che noi non pensiamo alla morte, che gran partita di nostra vita ■., n’ è già passata, ed ella tiene tutto ciò eh’ è passato di nostro tempo. Persio dice ^: Pensati tuttavia, che tu morrai immantinente. Morte ne portò il nobile

1) Il T: phcsors.

2) Aggiunto se, col t: se li jors.

3) Corretto oberata, in augurata, col t: heneurèe. Cosi Bono volta anche altrove. Bono lesse: bien ouvrée, come il cod. cap. Ver. La lezione adottata risponde perfettamente al testo di Orazio.

4) Aggiunto di nostra vita, col t: p-ans partie de nostre vie est ja passée.

o) Corretto però, in Persio dice, col t: Perses dit.