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Capitolo LXX. Della terza parte di ricchezza ’.

Ora lia detto il conto delle due parti di ricchezza; ora dirà della terza, cioè di pecunia. In pecunia sono contanti danari, tesoro ^ ornamenti, e tutti mobili. Di che dice Tullio; Nulla cosa è di sì picciol cuore, come è amare ricchezze. Seneca dice: Però quegli ^ è grande, che usa di vasellamento

  • d’oro comedi vasellamento di terra: né

di quelli non è minore, chi sì usa vasellamento di terra come d’oro. Giovenale dice: Nulla è più alta cosa, né più onesta, che dispregiare pecunia a chi non l’ ha ^ e d’essere largo quegli che l’ ha.

1) Il T: De pecune.

2) Corretto e sono, che inceppa il senso, in tesoro, col T: trésor.

3) Corretto eh’ egli, in quegli, col t: est cil grans.

4) Aggiunto di vasellamento, col t: de vaissiaus.

5) Aggiunto l’, prima di ha, che ha riscontro con V ha appresso, col t: se on ne Va.