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Lo terzo ufficio è, di frenare avarizia e lussuria.
Di che Orazio ’ disse: Non ti smuova voluttà ^ e non desiderare la beltà di donna ^ mischina, o d’ uno * fante.
Lo quarto ufficio è, cessare orgoglio, e di ciò un savio ^ dice: Non lodare tue opere, e non biasimare le altrui; sii soave in servire tuo possente amico.
Lo quinto ufficio è. che non si lamenti niente. Orazio dice: Quegli che dinanzi al suo signore si tace di sua povertà, ne porta più che quegli che dimanda sempre. Egli ci ha differenza intra prendere onestamente, e rapire ^ Che se ’1 corbe potesse tacere quand’egli mangia, egli mangerebbe più, e con meno noia ed invidia.
Lo sesto ufficio è, compire ciò che suo signore comanda, e eh’ egli non abbia alcuna indugia. Lucano dice: Il bisogno del servente non è grave a lui, ma al signore. E lo servente si
1) Mutato Tullio, in Orazio, col t: Oraces.
2) Mutato volontà, in voluttà, col t; convoitise, come sopra.
3) Corretto la bella donna mischina, in la beltà di donna mischiua, col t: la biautè d’ une meschine.
4) Corretto od, in o d’, col t: ou d’ un enfant.
5) Corretto Tullio, in un savio, col t: un sages hom.
6) Corretto ricevere, in rapire col t: ravir.
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