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E quello che si diletta in nobiltà di grande

lignaggio, e si vanta d’alta antichitade di antecessori, s’ egli non fa le buone opere, quel vanto gli torna piti a vitupero che ad onore. Che quando Catenina faceva la congiura di Roma privatamente, e’ ’ non adoperava se non male: ed egli disse dinanzi a’ senatori la bontà di suo padre, e l’altezza di suo lignaggio, e quello eh’ e’ ^ fecero alla comunità di Roma: certo egli diceva più sua onta, che suo onore. Ed in ciò dice Giovenale, che tanto l’ uomo è più biasimato di mal fare, come la gente crede che sia di più grande altezza. Seneca dice: La vita degli antecessori, è come lumiera a quelli che vivono appresso, tale che non sofferà che loro male sia riposto ^ Lo maestro dice: Tuo vizio è tanto più sozzo, quanto tu che ’1 fai sei grande. Ma della diritta nobiltà Orazio disse, che l’ è virtù solamente. E però Alessandro dice, che nobiltà non è altro, se non

1) Mutato e, in g’, col t: il n’ ocroii.

2) Mutato che, in eh’ e’, col t: les biens que ses ancesseur firent.

3) La stampa sconvolge: che vivono, appresso loro male non sofferà che sia riposto. Ordinato: che vivono appresso, tale che non sofferà che loro male sia riposto. Il t: qui vendront après, tele qv/ eie ne sueffre que lor mal soient en repost.