Pagina:Latini - Il Tesoro, 3, 1880.djvu/432

428

chiede nulla cosa, ma volontà ’; e che noi amiamo

saggiamente ’ ciò è a dire, bene facendo e cessando vizii. Che sì come Tullio dice: Ciò non è ragionevole scusa, che tu facci male per cagione d’ amistà. E che noi l’ amiamo di molto gran cuore e amore, che non è nullo maggior diletto, che metter tua anima per tuo amico. E che noi l’amiamo profittevolmente ^, e di lingua, e d’opera insieme. Amistà fa aiuto di detto, e di larghezza, che l’opera è prova * d’amore. E che noi l’amiamo durabilmente. S. Gregorio dice: Quando uomo bene aguroso ^ è amato, ciò è molto dubbiosa cosa a sapere, s’ egli è amato, sua persona, o sua ventura. Seneca dice: Ciò che tu non puoi sapere

\

1) Corretto amistà non chiede cose di volontà, in amistà non chiede nulla cosa, ma volontà, col t: amistiès ne quiert chose nule, mais volente.

2) Aggiunto: e che noi amiamo saggiamente, col t: et que nos les amons sagement.

3) Mutato perfettamente, in proftlevolmente, col t: profitablement.

4) La stampa: piena d’ amore, il t: piane d’ amor: G. Paraldi Sv.mma, qui copiata: probatio dilectionis est exihitio operis. Corretta piena, in prova (prueve).

5) Aggiunto bene, col t: beneurez. Bono così traduce anche altrove.