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Non ’ per tanto l’uomo non si dee del tutto
ritrarre del donare a’ buoni ^ che hanno bisogno. Dee l’uomo donare bene, ma diligentemente, e con temperanza ^ però che più persone hanno guasto loro patrimonio per donare follemente. Lo maestro dice: Nulla ha maggiore follia, che fare tanto ad una volta, che l’uomo non possa durare a fare lujigamente quello che fa volentieri. Appresso li grandi doni, le rapine. E quando r uomo viene povero e bisognoso per donare, egli è costretto di prendere l’altrui; ed allora ha egli maggiore odio da quelli a cui toglie, ch’egli non ha amore da coloro a cui egli dona. Cato dice: Chi guasta le sue cose, chiede le altrui * quando non ha più che guastare. Lo maestro dice: Però che donare non ha fondo, dee ciascuno guardare suo agio, e suo podere. E generalmente più sono quelli che si penton di troppo donare, che di troppo stringere.
Ma intorno questa materia sono tre maniere d’ uomini ^ L’ uno è distruggitore, l’altro è avaro,
1) Collocato il punto dopo doni, separando l’ ultima parola della lettera di re Filippo, dalla prima della continuazione del Tesoro.
2) Corretto a coloro, in a’ buoni, col t: as Iiones f/ens.
3) Aggiunto e con temperanza, col T: atemprement.
4) Aggiunto le, col t: quiert les autrni.
5) Aggiunto d’ uomini, col t: manlers d’omes.