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mente, ma per opere; perchè Isidoro ’ comanda ^,
che tu renda guiderdone in maggiore ^ misura, che tu ne hai improntato. Che dovemo noi fare, quando alcuno ci fa ben di suo grado ? Certo noi doviamo seguire i campi * guadagnatori, clie rendono molto più che V uomo a loro non dà. Che se non ^ dottiamo a servire a quello che noi crediamo che ne valerà, che doviamo fare a quelli che a noi hanno già valuto? Egli è in nostra podestà donare, o non donare. Ma io non lodo a buono uomo eh’ egli non renda guiderdone di ciò eh’ egli ha ricevuto, s’egli lo puote fare senza forfatto ^
Sopra tutte cose ti guarda, che tu non dimentichi lo bone che altri t’ ha fatto, che tutti odiano colui che dimentica il beneficio ricevuto ’, e ad ogni gente parrebbe, che ’1 bene eh’ egli ti dovessero fare tu il dovessi dimenticare.
1) La sentenza è di Cicerone (I. off. e. 14) che legge: Hesiodus, e non Isidoro.
2) Ut: dit et commande.
3) Aggiunto: maggiore, col t: greignor mesìire.
4) Mutato Mercatanti, in campi, col t: ckans gaeignables
5) Corretto noi, in non, col t: et se nous ne doutons.
6) Aggiunto senza forfatto, col t: sanz forfait.
7) Aggiunto tutti odiano colui che dimentica il beneficio ricevuto, e, col t. tuit keent celui, à cui il ne sovient dou bienfait que il a receu, et.