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perdere; ma perdere e donare appartiene a grande
coraggio. Virtù è donare senza attendere lo cambio. Io amerei più non ricevere, che non dare.
Quegli che non dona quello ch’egli promette, ha reità’ più che non ha quesrli che non sa grado di quello che ha ricevuto. Ricevere dono non è altro, che vendere sua franchezza. E se tu iniproraetti a colui che non è degno, donagli non per dono, ma per tener tua parola ferma. Lucano disse: Franchezza non sarebbe ben venduta per tutto l’oro del mondo. Tullio dice: Già sia che tu debbi donare a ciascuno coni’ egli ti domanda, tuttavia r uomo dee scegliere chi n’ è degno. In ciò r uomo dee guardare li costumi di colui a cui egli dona, e che cuore ha verso lui, e con che gente egli usa, e con che compagnia egli vive, e ’1 ^ servigio ch’egli ne fa % e se quelli con cui egli vive * siano perfetti, od abbiano sembianza di virtude. E tu dèi credere che ciascuno è buono, so ’1 contrario non è provato. Lo maestro dice: Ciascun dee essere onorato tanto, come egli è ornato di più leggier virtù, cioè misura, e
1 ) Corretto averà, in ha reità, col t: meffei.
2) Corretto viene nei, in vive, e ’/, col t: il vit, et le servises.
3) Aggiunto ne, col t: qu’ il nos fait.
4) Corretto viene al servigio, in vive, col buon senso, e col t: que cil avec cui il vit.