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dare lungo tempo, moltiplica suo dono: che molto

buona cosa è d’avanzare ’ lo desiderio di ciascuno. Seneca dice: Quegli non ha per niente la cosa ^ che per preghiera la richiede. Nulla cosa costa più cara, che quella che è comperata per preghiera. Lo maestro dice: Ciò è amara parola e noiosa, in cui dee l’uomo bassare lo volto che dice: Io prego. Tobia dice: Preghiera è boce di miseria, e parola di dolore; però sormonta tutte maniere di dono quello che viene a rincontro, e eh’ è fatto senza richiesta. Tullio dice: Piii è grazioso un piccolo dono fatto tostamente, che un grande eh’ è a pena donato. E la grazia di colui che dona, menima s’egli fa pregare agli altri. E nulla cosa è sì amara, come è lungamente attendere. Ed a molti uomini saprebbe migliore grado il disdire tosto, che metterlo in indugio.

Tullio dice: Guarda che *1 tuo dono non sia di danno a colui a cui tu il doni, o ad altrui; che chi dona altrui cosa nocevole, egli non fa benefìcio, anzi malificio ^ Però sono persone sì volonterose di glo 1) Corretto avacciare, in avanzare, col t; avancier.

2| Le stampe dissennate: qìugli che non ha niente, fromette la cosa ecc. Il t: cil n’ a pas por neanù la chose, qv far prières la requiert. Corretto: quegli non ha per niente la cosa, che ecc.

3) La stampa muta del tutto la sentenza: guarda che ’l tuo dono non sia di colvÀ a cui tu il doni, o d’altrui; che