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Capitolo XLII. Ancora della fortezza ’

In questa virtù, cioè forza, ed in tutte sue parti, di cui voi udiste ’ ciò che ’1 conto n’ ha detto, si dee V uomo ammisurare e guardare del troppo e del poco, secondo che Seneca dice: Se magnanimi tade è fuor di sua misura, ella fa uomo minacciatore, ed enfiato, e crucciato, e senza riposo, e corrente a grandi parole, senza nulla onestade, per picciola cosa s’ allieva ed ingrossa le sopracciglia ^ e commove altrui, e caccia e fiere. E tutto eh’ egli sia ardito e fiero, egli avrà cattivo fine, e corto ^ nelle grandi cose, e lascierà di sé pericolosa memoria.

Dunque la misura di magnanimità è, che non sia troppo ardito, ne troppo pauroso.

1) Ut: Encore de Jorce: ag-giunto ancora.

2) Corretto udi(e, in udiste, col t: vos avès oi.

3) Corretto e sale sopra qxielli, in le sojir acciglia, col t: ses sorcils. Errore corretto altra volta. La edizione lionese legge: leva le ciglia, et fa grotte.

4) e corto, manca al t.