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tirare in giù, eh’ egli imprendesse ad andare in giti. E universalmente ninna cosa naturale puote naturalmente per uso apprendere a fare ^ lo contrario di sua natura. Onde addivegna che queste virtudi ^ non sieno in noi per natura, la potenza di riceverle si è in noi per natura, ed il compimento si è in noi per usanza. Onde queste virtù non sono al postutto in noi senza natura, ne al postutto secondo natura; ma la radice e l’ acconciamento di ricever queste virtudi, sono in noi per natura, e ’1 compimento e la perfezione di queste cose, sono in noi per usanza. Ogni cosa eh’ è in noi per natura, si è in noi prima per

1) Col T: ne puet par usage aprendre a/aire, ag-giunto: per uso af prendere a fare, aggiunta, se non necessaria, utile alla migliore intelligenza del concetto. La lacuna è anche nel ms. Vis.

2) Il T: cez verLiiz ne soni pas dou tout en nos sanz nature, ne dou toni selene nature. La stampa Carrer, ed il ms. Vis. legge: onde queste virtù non sono al postutto in noi per natura, ma le radici e ’l cominciamento di riceverle è in noi per natura, e il compimento e la percezione di queste cose si è in noi per usanza. Conformata la lezione al t, alla edizione lionese, ai mss. del Sorio, e ad Aristotele, Lib. IL cap. I. « Conchiudendo pertanto così, che le virtù non si fanno in noi per natura, e che elleno non si fanno ancora in noi fuor di natura; ma siamo atti per natura a riceverle; e che poi vi diventiamo perfetti mediante la consueUidine. » Traduzione del Segni.