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li corpi della città, e ch’egli guardi le cose comuni,

e le possessioni, e le rendite del comune al bisogno di tutti, e non d’alcuno singulare. Lo terzo mandamento è, eh’ egli tegna giustizia tra li suoi sottoposti, e eh’ egli renda a ciascuno quello eh’ è suo, e ch’egli guardi l’una parte in tal maniera, ch’egli non abbandoni l’altra; che quegli che aiuta V uno contra all’ altro \ semina nella città pericolosa discordia.

Anche debbono i signori della città guardare, che non sia contenzione tra una parte e r altra: che Platone disse, che quelli che contendono chi meglio governi la città ^, fanno come li marinari, che sì ^ adastiano intra loro di governare la nave meglio, che la conducono a mortale pericolo ^

1) Il T: cil qui aident as uns, et sont contre les autres.

2) Le stampe: sono contenditori sono nella città. Il t: cil qui contendent qui miels amenistre la cité, font autressi cerume etc. Corretto quelli che contendono chi meglio governi la città, fanno così ecc.

3) Corretto eh’ essi adastiano, in che si adastiano, col t: li mariniers qui estroivoient entre eubx.

4) Il T: et ce est mortel perii.