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tutto giorno, Elli invecchiano in durabili pene e
dolori \ e periscono in lorde vestiture. Però disse Seneca, eh’ egli è bono morire, tanto coni’ egli piace a vivere. Lucano dice, che se ’1 diretano di non venisse appresso la fine del bene, e egli non estinguesse tristizia per isnella morte, l’uomo avria tristizia di sua prima fortuna, e metteriasi in ventura di disperamento, se egli non attendesse la morte ’. Però non mi cale se muoio giovane, eh’ egli non è sì pesante male come vecchiezza. Giovenale dice: Cruda morte, né agro diffinimento non dee essere temuta, ma vecchiezza dee esser piìi temuta che morte. Seneca dice: E’ non mi può calere cotanti anni avere, ma di quanti io ne presi, che s’ io non posso più vivere, quello è la mia vecchiezza. Chiunque addiviene al
1) Il t: en poine, et en pardolaòre doller.
2) La stampa: se ’l diretano dì non venisse appresso la morte fine del bene, egli né tristo per isnella morte atra tristizia di sua prima fortuna, e metlerassi in ventura di disperamento, se egli non attende la morte. Ut: se li derrains jors ne venoit avec la fin des biens, et il n’estoit tristesce par isnele mort, l’ ome auroit tristesce de la premiere
fiortiine, et si se metroit on en aventure de désespérance se il n’ atendoit la mort. Corretto Se il diretano dì non venisse appresso la fine del bene, e egli non estinguesse tristizia per isnella morte, l’ uomo avria tristizia di sua prima fortuna, e metteriasi in ventura di disperamento, se egli non attendesse la morte.