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dio fé’ troppo bene, che ninno mi ’ può minacciare,

che morte agguaglia il signore al servo, e ’1 coronato al cavatore di fossi \ Ella tutti ^ li porta in una maniera quelli che sono molto diversi. Paura dice: Tu sarai dicollato. Sicurtà risponde: Di ciò non curo, però che io morrò più tosto \ Tu avrai molte ferite. Sicurtà risponde: A me che pesa ? D’ una mi conviene morire: Paura dice: Tu morrai in istrano paese. Sicurtà risponde: Nulla cosa è strania all’ uomo morto, né la morte non è più grave di fuori, che in casa. Paura dice: Tu morrai giovane. Sicurtà risponde: Altresì viene la morte al giovane come al vecchio; ella non fa nulla differenza. Ma tanto dico io bene, che allora è bello morire quando ti diletti del vivere ^ anzi che tu desideri la morte. Per avventura la morte mi scampa d’alcun male, ma almeno mi scampa di vecchiezza, la quale è molto grave, secondo che dice Giovenale: Questa pena è donata a quelli che lungamente vivono, che loro pestilenza rinnovasi *

1) Corretto il in mi, col t: mis ne m’ en puet menacier.

2) Corretto pazzo in cavatore dì fossa, col t: fossairs.

3) Mutato e in ella, col t: eie emporte.

4) Ut varia: il ni a force se je muir tost cu petit à

petit.

5) Aggiunto qiiando si diletti del vivere, col t: lorsqtie

on se delitze de vivre.

Ci) Mutato rinnovano in rinnovasi, col t: se renovele.

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