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Lo secondo s’ è volontà di dignità ’; che per grave travaglio acquista V uomo chiarità, o rinomanza ^ E ciò eh’ è più faticoso, acquista all’uomo maggior pregio: e appena si può trovare chi di sua fatica non desideri gloria, altresì corne il suo lodo ^ Seneca disse: Lo savio mette il frutto di sua virtude in conscienza, ma ’1 folle il mette in vanagloria. Tullio disse: E’ sono alquanti che credono montare in grande dignità per rinomanza *; ma quegli che è veramente di grande coraggio, vuole innanzi essere principe, che lui somigliare ^ L’uomo non dee niente acquistare lo dignità per la gloria, eh’ egli ne sarebbe cacciato leggermente.
1) La stampa: lo secondo si è volontà di dignità, sì che quelli che non può essere vinto per tracaglio, si lasci frangere per volontà di dignità: che per grave travaglio acquista V uomo etc. Qui è interpolata la sentenza ommessa nel periodo precedente. Ommesso, e corretto col t: li secons vices est convoitise de dignité; car par griès travaus acquiert hom etc.
2) Corretto carità in chiarità, ed aggiunto: o rinomanza, col T: ciarlò, ce est renomèe.
3) Loier, qui non è lodo, ma ricompensa, premio, salario, regalo, e anclie punizione. E il moderno loger, loda è los, che più avanti è iisato da ser Brunetto (cap. 36) Cosi il Veratti.
4) Mutato per sua nomanza, in per rinomanza, col t: renomèe.
5) Corretto famigliare, in lui somigliare, col t: rassembler le.