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e non sii prodigo, ne macchiato di ria avarizia \

Qui tace il conto di temperanza, e torna alla terza virtude. eh’ è la fortezza ’.

Capitolo XXXII.

Qui dice la terza virtù, cioè della fortezza.

Fortezza è virtìi che fa l’ uomo forte contra all’assalto dell’avversità, e dà cuore e ardimento di fare le grandi cose, di cui lo conto ha detto qua a dietro; che la guarda l’ uomo a sinistro, come uno iscudo dalli mali che vegnono. Veramente ella è scudo e difesa dell’ uomo,, cioè suo usbergo e sua lancia, eh’ ella fa l’ uomo defen 1) Ag-ffiunto: e non sii prodigo, né macchialo di ria avarizia, col T: et ne soies prodipies, ne entechiès de male

avarice.

2) Torna alla virtude della fortezza, mutato: torna alla terza virtude, eh’ è la fortezza, col t: et retorne à la tierce vertu, ce est force-