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Capitolo XXVI.

Qui dice d’ onestade ’.

Onestà è guardare onore e in parole, e in costumi *, cioè a dire che l’ uomo si guardi di fare e di dire ^ cosa onde gli convegna poi * vergognare; che natura medesima, quando ella fé’ r uomo ^, volse ella medesima guardare onestà. Ella mise in aperto nostra figura, in che ha onesta ^ sembianza, e ripose le parti che sono date al bisogno dell’ uomo, però elle sarebbero laide a

1) Corretto Come l’uomo dee dire pesate parole, col t: De honestè, e coi mss. Bergamasco, e Magliab. 47 e 48.

2) Corretto ed a maggiore, in e in costumi, col t: et es costumes, e mutato prima: e parole, in in parole, col t: es paroles.

3) Aggiunto che V x’.omo si guardi di fare e di dire, col T. que V on se g art de faire et de dire.

4) Corretto più in poi, e si in gli, col t: dont se doie puis vergoignier. I mss. Magliab. 47 e 48 hanno queste quattro correzioni.

5) Corretto ella la fa, in ella fé’, col t: quant eie fst l’orile.

6) Corretto onestà, in onesta, col t: honsste semblance.