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Capitolo XV.
Come tu dèi guardare a cui tu parli ’.
Or ti dèi guardar a cui parli, s’ egli t’ è araico, no; che col tuo amico puoi tu parlare bene e dirittamente, però che non è sì dolce cosa al mondo, come avere uno amico a cui tu possi parlare, altresì come a te; ma non dire cosa che non debba essere saputa s’ egli ti diventasse nimico. Seneca dice: Parla con lo tuo amico, come se Iddio te udisse; e vivi cogli uomini, come se Dio te vedesse. Ed anche disse: Tieni il tuo amico in tal maniera, che tu non temi eh’ egli ti vegna inimico. E Piero ’ Alfonso disse: Dell’ a sliero di guardare di parlare; ed in sor/iraa di:iò che peggiora l’onore di noi, e che sia contro buono amore, nullo non dee dire laide parole, né metterle in opera. Riordinato col t: Il nos conviendra rendre raison de tout mot oiseux. Les enseignemens estuet il garder en parlant: en somme tout ce qui empire l’onor de nos, et qui soit contre bones costumes, uns ne le doit pas dire, ne mètre en oevre
1) Il T: De ce meisme.
2) Corretto e pero Alfonso, in e Piero Alfonso, come altre volte, col t: Pierres Alfonx dit. Albertano: Petrus Alfonsius.