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odiato ’ dinanzi a Dio e dinanzi agli uomini, e

tutte le iniquità con esso; ed altrove ^ diss’ egli, che l’orgoglio e il torto fanno distruggere le sustanze, e grandi ricchezze tornare a niente per orgoglio ^

Alla fine, guarda che le tue parole non sieno oziose, eh’ egli te ne converrà rendere ragione. Tutti gli insegnamenti è mestiere di guardare in parlare; ed in somma di ciò che peggiora l’onore di noi, e che sia contra buono costumo, nullo non dee dire laide parole, né metterle in opera *. Socrate dice: Ciò eh’ è laido a fare, io non credo che sia onesto a dire. Però dee l’uomo dire oneste parole, là ov’ egli si sia, che chi vole onestamente parlare intra li strani, non dee però parlare disonestamente con gli amici; che onestà è necessaria in tutte le parti della vita dell’uomo.

1) Ut: rhealUa. Le stampe citato. Corretto odialo. Albertano: odihilis est corani Dea et hominiòus superbia.

2) Corretto allora, in altrove, come spesso, col t: aillors etc.

3) Mutato superbia, in orgoglio, col t; par orgoil. Orazìo potè dire a sé stesso: sumc siiperhiam quaesitani me— ritis. Non avrebbe detto orgoglio (benché oggi tanto usato dai gallomani), cbè Dante gli avrebbe tuonato: Quei fu al moìido persona orgogliosa, e avrebbelo condannato al supplizio di Filippo Arienti.

4) Altro guazzabuglio della stampa: Ch’ egli te ne converrà rendere ragione di tutti gì’ insegnamenti, che è me-