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veritade, quanto ella è detta per tua ^ bocca, o

per altrui. Cassiodoro dice, eh’ è pessima cosa a dispregiare la veritade, che verità è sempre buona s’ ella è " netta senza alcuna falsi tade. Seneca dice, che le parole di colui a cui piace verità % debbono essere semplici senza covertura nulla. Di’ dunque la verità in tal maniera, che la sia come sacramento. Seneca dice: Lo cui detto non ha fermezza di sacramento, vile cosa è per certo lo sacramento suo, che tutto che tu non chiami il nome di Dio, e non vi abbia testimoni, né per tanto guarda verità \ e non trapassare la legge di giustizia. E se ti conviene rendere la verità per menzogna, tu non mentirai; ma iscuserai là ove ha onesta cagione, che ’1 buono u")mo non iscuopre ^ suo segreto; ma tace quello

1| Corretto zma, in tua, col t: par la bouche.

2) Corretto huIIo /in scrupre buona s’ella è, con X\hQv\.in.o: bonnm est veruni, si non aliqu.id immisceatnr adcersum. 11 t: veritè est lozjors bove, s’ elle n’ est niellée de fausetè.

3) Ut: qui ensuit verilè. Albertano: qui ventati operam dat.

4) Corretto: grande virtù è non trapassare la legye di giustizia, in guarda verità e non trapassare la legge di giustizia, col t: nepourquant garde verilè, et ne trespasse la loi de justice. Albertano: tarnen non transeas veritatem.

5) Mutato vi cnopre, in iscuopre, col contesto, non vedendo ragione di quel vi, che manca al r, il quale scrive cuecre per decuevre. Una variante legge repelle. Albertano;

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