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denza, ch’elli hanno di loro potenza, rlie la debba
durare sempre; e ch’elli ’ gl’insegnino, che tutte le cose che ventura gli ha date, sono mutabili, o che le vanno via a maggior passo ch’elle non vegnono, e che l’ uomo ne cade però di grado, perch’egli montò in alto, e che non v’ lia punto di differenza dalla più alta ventura alla più bassa. Di che Boezio dice: Ventura non farà quelle cose tue, che sono strane di te per loro natura; ma ’1 falso amico porta falsità * in luogo di consiglio, e tutte le loro intenzioni è a parere umili ^. Tullio dice: Molti peccati vengono, quando gli uomini s’enfiano dell’opinioni *; poi sono ischerniti laidamente. Seneca dice: Però sono parecchi ^ che non conoscono le loro forze ", e quando elli credono esser così grandi come si tengono ’, o com’elli odono dire, elli cominciano guerre, e cose superbe,
1) Corretto quelli, in ch’elli, col t: et quo il si enseigne.
2) Il T: flaterie. Il Serio crede, che Jìaleries, quasi Jlauleries, derivi às.Jlauio e lusinga da Insània, lusignuolo.
3) Il T: decoivre soef.
4) Corretto s’ injìngono di opinioni, in s’enjiano dell’opinioni, col T: enjlent d^z opinions.
5) Corretto fiù volle, in parecchi, col t: phtsor.
6) Corretto di loro /atti, in le loro forze, col t: ne conoissent lorJorr.es.
7) Come si tengono, manca al t.