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e vede dinanzi ciò che ne può addivenire, e qual può essere la fine del bene, o del male; e poi eh’ egli ha ciò fatto, sì si fornisce, e consiglia per suo sapere contro alla disavventura che addiviene. Però dee 1" uomo provvedere dinanzi lo male che addivenire può, che se egli gli viene, sì il potrà più leggermente passare, e soffrire. Gregorio dice: Però non può V uomo ischifare lo pericolo, perchè non fu proveduto dinanzi. Giovenale disse: Tu hai acquistata grande dignità ’, se prudenza è con teco, che quello è bene agurnto ^ che puottì cognoscere la fine delle cose. Boezio dice: Non è da maravigliare’ dell’uomo che vede e cognosce le cose ch’egli ha dinanzi agli occhi suoi; prudenza misura la fine delle cose. Tullio dice: Appartiene a buon ingegno, a stabilire dinanzi ciò che può addivenire all’ una parte ed all’altra, e ciò che ci ò a fare quando ciò sarà venuto, sì che l’uomo non faccia cosa, che gli convegna dire: Io noi credeva. Seneca dice, che’ consiglieri debbono consigliare gli uomini che non si fidino di loro buon cuore ^ e che caccino la folle cre 1) Il t: deite, il latino dicmiias, cioè arte di indovinare. Né l’italiano, né il francese corrisponde al latino. Nota del Sorio.

2) Il T: Meneur ez.

3) Il T: il ne svffìat pas.

4) Il T: bon mei’. Seneca citato dice: ’nil fneUcitfl.() avae.