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coso iiisiomo, tanto cresco (jiiello hoiic, od ò ili majrgior valuto. E ciò ò provato ’, chò tutte le arti, e tutte le opere, ciascuna vuole alcuno bene; ina secondo che le operazioni sono diverse, così son alcuni beni diversi, chò ciascuna cosa richiede lo suo bene, che è appropriato al suo fine *. E tra tanti beni quello ò più nobile di tutti, che richiede più bontà, ed ha mapj::ior valore. Chò così come l’ uomo ha la sig-noria di tutte le creature; così r umana compagnia non può essere senza siiinoro. Ma più nobile signoria non potrebbe essere altro "* che d’uomo; e così è di tutti gli uomini, ch’egli sono sopra ad altrui, o egli sono sotto altrui. E così come tutto le creature son signoreggiate dall’uomo, così ogni uomo ò signoreggiato dall’ uomo, chò ’1 signore ò per guardare i suoi suggetti *, ed elli sono per ubbidire al loro signore: e l’un e l’altro cresce a profitto della comune compagnia di gente, senza torto e senza onta. E già addiviene che

1) Corretto, per l’opera^ in provalo, coi mss. del Serio, e col T: el ce est prove’, que toutes ars etc.

2) Il t: qui est appropriò a sa fin. Corretto, provveduto, in approprialo, anche col ms. Berg.

3) Aggiunto, senza signore. Ma più nohile signoria non potrebbe essere, col ms. Berg. e col t: mais plus nobles sires ne porroit estrc que home.

4) Mutato beni, in suggetti, col ms. Berg. e col t: ses subgiez.