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E ruomo, lo quale non Im assnpginta la dolcezza di questa beatitudine, nella quale è il dilettamente dello intelletto dell’uomo: si rifugge alla dilettazione corporale, della quale egli ha presa r esperienza. E non debbono essere dette cotali dilettazioni beatitudine, sì con e non sono da eleggere le cose le quali eleggono li garzoni ’; quella cosa è veramente dilettevole, la quale pare dilettevole al buono uomo.

La felicità non è in gioco, nò in operazione giocosa: anzi è in quelle cose che s’hanno per studio e per fatica e per sollecitudine. La beatitudine non è in pesamento, perh che lo riposo è per lo operare, non è per sé l È manifesta cosa dell’ uomo beato che s’ affatica con virtù nelle cose ordinate, e non nelle cose giocose; e pero h detto che l’intelletto é più nobile cosa che non è il naso, però che ’1 più nobile membro fa più nobile operazione. E l’uomo lo quale è migliore, SI fa migliori opere; per la qual cosa è degno che la felicitcà sia operazione della più nobile virtude, la quale è naturalmente preposita a tutte le cose che sono date da Dio agli uomini. E non è altra felicità, so non fermezza di queste virtudi

li Alla dottrina qui compendiata del t manca: et vii chose convient à vil home.

2) Il T segue: car repos n’ est mie béatitude, parce que repos est qnis por miculx soffrir poine et travail, von pas por soi. Empiuta bi lacuna coi ms.s. del Sorio, e \ is.