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contrario al non equale; e il mezzo è tal fiata
più contrario all’uno estremo che all’altro: e l’uno degli estremi è più contrario all’altro, che non è al mezzo.
La giustizia della città ’ si e mezzo intra perdere e guadagnare, e non si puote fare senza dare e togliere e far cambio -, sì come colui che tesse panni per altre cose che gli sono mestieri, e il ferratore sì dà li ferri per altre cose che gli bisognano. E però che questi cambi erano grande briga, si fu trovata cosa che agguagliasse le cose insieme, quella che vale più con quella che vale meno ^ e questa cosa fu il danaio, il quale fa agguagliare r opera di colui che fa la casa, con quella di colui che fa li calzari.
Sopraggiustizia ^ è più che giustizia. Dunque ruomo eh’ è migliore che l’ uomo buono, si è buono in tutti modi che essere può; e colui eh’ è giusto, si è giusto in tutti modi che esser puote. La giustizia naturale si è migliore che quella che è posta dagli uomini; sì come il mele, il
1) Della città, manca al t. È anche nel ms. Vis.
2) Aggiunto e far, col t: doner, et prendre, et changier. Manca al ms. Vis.
3) Quella che vale più, con quella che vale meno, glossa di Bono. Manca al ms. Vis.
4) Ut: seure justice.