Pagina:Latini - Il Tesoro, 3, 1880.djvu/118

114

giustizia intra coloro che fanno l’ingiurie, e coloro

che le ricevono; e rende la eredità a coloro di cui dee essere, e toUela a coloro che la posseggono ingiustamente; ed alquanti condanna ’ in la persona, ed alquanti in avere; e così agguaglia il poco col troppo, però che colui che fa r ingiuria sì soperchia sovra quello che è suo, e colui che ^ ricevo la ingiuria è menovato da colui che la fa, di quello che a lui s’ appartiene; il giudice agguaglia tra costoro secondo misura d’arismetrica. E però vanno gli uomini a’ giudici, perchè il giudice e detto per similitudine giustizia animata ^ però eh’ egli ordina la giustizia secondo il moderamento eh’ è possibile. E la giustizia non è in ogni luogo in tal modo, che a colui che ha fatto, sia fatto tanto quanto ha fatto lui; ed a colui che ha tolto, sia tolto tanto quanto ha tolto lui; però che lo moderamento della agguaglianza non è sempre in ciò. E sì come l’uomo giusto è contrario all’ingiusto \ così l’ equale è

1) Il t: et aucunes choses commande il as persones.

2) Aggiunto che fa Vingiuria s\ soperchia sopra quello che è suo, e cohù, coi mss. Marciani A. C, Zanetti, e Vis. e col T: cil qui fait torfait a plus que sien n’est.

3) Il t: il est justice plaine d’ ame, colla variante di sei codici, â justice.

4) Qui, e nella linea appresso, il t: mieudres, tradotto contrario anche nel ms. Vis.