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(Capitolo XXXIV. Della magnanimitade.

L’ uomo magnanimo sì merita virtudi e grandi onori, li quali s’ avvegnono a lui; apparecchia r anima sua a cose grandi, e dispregia le cose piccole e vili \ Ma colui che dispende le cose come non dee, si è detto prodigo.

Invidioso è quello che s’ attrista delle prosperità de’ buoni e delli rei, senza differenza niuna. Il contrario a questi si ò quegli, che si rallegra della prosperità de’ buoni e de’ rei. II mezzo intra questi, si è quegli che si rallegra della prosperità de’ buoni, e contristasi di quella delli rei.

Chi d’ogni cosa si vergogna, si è detto non pronto, cioè vergognoso ^

Quegli che si vanta e mostrasi d’ avere ogn bene, e sprezza gli altri, si e detto superbo.

1) Ut: le vils persones, et de (lelit. a /aire.

2) Il t: non apenS’i.ns.