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è si studioso come si converrebbe. Ed amenduc questi non sono ni postutto ingiusti, però che li loro fatti non procedono da malizia. Ma quando r uomo fa danno per malizia. la quale etili ha pensata dinanzi. o per propria volontatle, non è nessuna circostanza che possa scusare la sua malizia. e però si è veracemente reo, e da vituperare ’.

L’ ignoranza * si è in due modi. Ch’ ò una ignoranza, la quale ha cagione naturale. La cagione naturale si è di quelle cos*^. le quali sogliono addivenire agli uomini, si com’ ò 1* uomo eh’ è pazzo per natura. Ed è un’ altra ignoranza, della quale l’ uomo è cagione, sì come V uomo eh’ è ignorante per ebbrezza, per non volere studiare le cose le quali s’ appartengono a cognoscimento di verità o di bene ^

La sopraggiustizia si è meglio che non è la giustizia; ma secondo la verità, nel vero mezzo non si può dividere ^ E cotal giustizia, vera non è

1) Il T agg’iunge: ci esl hors de lo nalure de aler/t^ prance.

2) Il t: njnornnce, cet à dire non savoir.

3) Il t: varia: si coyiiìiìc est de l’icre, qui par s’ ivresce peri la conoissance de veri tè. Aggiunto: per ebbrezza coi mss. del Sorio e Vis.

4) Il t: ruais à la verilc, au vii cerai ite pud esirc trooé plus ne moins, porce ’/uc droit mi ne puct eslre de nse.