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CAPITOLO II.
Il Carrer, e più il Sorio, racimolano brani del Polistore di Solino, qui tradotto dal Latini, per migliorare o correggere la volgare lezione. Avendo io confrontato partitamente il Volgarizzamento col t, non veggo grande utilità nel riprodurre i brani tradotti o compendiati nel Tesoro. Quando sappiamo ciò che probabilmente il Latini ha scritto; non vogliamo di più. Dico probabilmente, e non veramente, perche non possediamo nessun codice autografo, come nella Prefazione ho già dichiarato. Accettiamo perciò quali vere le lezioni che sono più verosimili, come in somiglianti casi bisogna necessariamente fare.
La critica della sua dottrina è altra impresa.
Veggiamo non di meno la fonte ond’ egli attinse qualche curioso aneddoto.
Della Babilonia d’Egitto, diversa dalla Babilonia d’Asia, parliamo altrove.
Vedi Dizionario del Calmet sulla sinonimia di Nilo, e Gehon fiume del Paradiso terrestre.
Sui tosoni che mutano colore al vello, ecco le parole di Solino, che cita Varrone: «Affirmat in littoribus maris istius fontom esse, quem si oves biberiut, mutent vellerum qualitatem, et antea candidae amittant quod fuerint usque ad haustum, ac fulvo postmodum nigrescant colore (cap. XXXVI).»
Brunetto fa la maraviglia più maravigliosa.