E sappiate che tutta la terra che1 guarda verso mezzodì, è senza fontane, e nuda d’acque, e povere terre; ma verso settentrione sono le terre grasse, e piene d’ogni bene. Dentro le parti d’Africa che sono contate èn le due Sirti2, di cui il conto fece menzione qui di sopra, e si v’è l’isola di Monne, là ov’è lo fiume Lete, di cui l’antiche storie dicono, che egli è il fiume d’inferno, e gl’infedeli dicono che le anime che ne beono perdono la memoria delle cose passate, in tal maniera, che non se ne ricordano mai quando elle entrano in altro corpo3. Ma in ciò sono elli beffati malamente dallo diavolo, che l’anima è creata alla immagine ed alla similitudine di Dio, e per ciò non può mai perdere la memoria. Il nostro signore Gesù Cristo, che vide gli errori che erano stati, e quelli che erano, e quelli che
- ↑ Cancellato non, prima di guarda, e mutato poi mezzodì in settentrione, acciò non dicesse Bono tutto il contrario di Brunetto: toute la terre qui regarde vers midi est sanz fontaine, et nue d’aigue, et poure terre; mais devers septentrion est ele grasse ecc.
- ↑ Il t invece: dedens les parties de Aufrique sont le II sirtes, dont li contes fait mention ci desoure. La stampa dentro le due parti d’Africa che sono contate è Cirene, di cui ecc. Poteva essere peggio trattato il povero Brunetto?
- ↑ Ma in ciò, fino a nostra materia, è chiosa teologica di Bono, che tradusse poco sopra infedeli, il mescreans del t. Tre codici del Chabaille hanno il primo periodo della glossa di Bono