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città di Babilonia siede, che gira sessantamilia piedi d’intorno, e correvi il fiume d’Eufrates.

In India è il paradiso terreno, là ove son tutte1 maniere di frutti, e d’arbori, e di pomi2, e sì v’è l’albore della morte, che Iddio vietò al primo uomo, che non manicasse del suo frutto. E sì v’è l’albore della vita, che non morrebbe mai chi mangiasse del suo frutto3 La non v’ha nè freddo, nè caldo, se non perpetuale tranquillitade e temperanza. E nel mezzo è la fontana che tutti li bagna ed infunde4, e di quella fontana nascono li quattro fiumi che voi avete udito, cioè Fison, Geon, Tigris ed Eufrates. E sappiate, che dopo lo peccato del primo uomo, quello luogo fu chiuso a tutte genti.

Queste e molte altre terre sono in India in verso levante5. Ma il conto non ne dirà ora più che detto abbia; anzi dirà la seconda parte, cioè Europa.

  1. Corretto tante, in tutte, col ms. Vis. e col t de toutes manieres.
  2. Il t ed il ms. Vis. ha di più: et de fruiz, qui sovient en terre.
  3. Qui Bono ci scambia le carte in mano. Il t ed il ms. Vis. et si est li arbres de vie que Diex vea au premier home. L’albero della morte è aggiunta di Bono.
  4. Il t trestout l’arouse. Bono aggiunge qui il verbo, dimenticato altrove, dove il t diceva baigne et arouse.
  5. Il t en toute cele partie qui est vers soleil levant.