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C.MMIOl.i» XX\ 11.

Kra r)i’S(» la i-emiuiscenza delh If’zioiii li ev Hninctto, elio ra-ova fantai- Dante:

K coiiif i iru van caniaïKlo lor lai,
Facendo iii aor di sp lunga rijja.

(Inf. V.)

Poi come ixvu. che alle montagne Rile
Volassei- parte, e parte iuver l’arene,
Queste del gel, quelle del sole schife.

(Purg. XXVI.)

Come gli augei che elnan lungo il Nilo.
Alcuna volta di lor fanno schiera,
Poi volati più in fretta, e vanno in filo.

(Purg. xxn-).

Capitolo XXVIII.

Postilla il Sorio: Anche nel Fiof di rirtii, al cap. IX, si recita dello uccello Ipega ( varia lecito Lupica) questa amorevolezza usata alla madre. Io credo, che il nome di Ipega, fos.se da \’pega: e che Upica sia la medesima cosa, pronunciato? riwZ/ow.