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Né tante pestilciizic, uè sì ree
Mostrò giammai cou tutta l’Etiopia, Né con ciò che di sopra il mar Rosso èe.
I paesi indicati in questi versi, come quelli dov’è maggior copia di serpenti, sono quelli come tali nominati altresì dal Latini.
Intorno ai nomi è la medesima incertezza nei testi, perchè tratta vasi di scienza imparata a memoria, tradotta da altre traduzioni, e non riscontrata sui luoghi, almeno in copiosi musei di storia naturale. Di questi rettili, e di altri animali registrati nel libro precedente, Brunetto con qualche varietà recitò i nomi altresì nel Tesoretto, cap. V, il quale brano è nella Illustrazione al libro III del Tesoro, in questo secondo volume, a pag. 74. Tanti egli confessa essere gli animali, «che non sa ben dir quali.» Siamogli adunque indulgenti se sbaglia qualche nome.
Questo è il testo di Solino, qui tradotto dal maestro Brunetto:
Plures diversaeque aspidum species sunt, veruni dispares eflfectus ad nocendum.
Dipsas siti interficit ( Brunetto: Dlfisc fa con suo fiato moiHre l’uomo. Forse lesse flatu, o suo liiatu, ìwìwoo di siti). Hymale (Brunetto, pria/is quod sonino necat, teste etiani Cleopatra, emitur ad mortera. Haemorrois ( Brunetto, emori) morsu sanguinem elicit, et dissolutis venarum commerciis, quidquid animae est, evocat per cruorem. Proester, quem percusserit distenditur enormique corpulentia necatur, extuberatus. Ictus sepium, statini juitredo sequitur