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città1 de’ Sodiani ove Alessandro fece la terza Alessandria, per dimostrare la fine del suo andamento. Ciò è lo2 luogo ove primieramente Liber, e poi Ercules, e poi Semiramis, e poi Ciro fecero altari, per segno ch’elli aveano conquistata la terra infino là, e che più innanzi non avea nulla gente. E quindi se ne va lo mare Scithe, e quel di Caspe in Oceano.

E havvi al cominciamento, quando viene, grandi onde e grandi tempeste3. E poi v’è ’l grande diserto. E poi vi sono Antropofai, cioè una gente molto aspra e fiera. Ed appresso v’è una grandissima terra, ch’è tutta piena di bestie salvatiche, sì crudeli che l’uomo non vi pote andare. E sappiate, che quella grande malaventura addiviene per le grandi onde, che ’l mare vi fa, che li barbari appellano Tabi4.

Appresso sono le solitudini grandissime, e le terre disabitate verso levante. Dopo quello luogo, oltra tutte abitazioni di gente, si trovano uomini che sono appellati Scir, ovvero Seres5, che di

  1. Scarabocchiano le stampe: una cittade Isodiames: corretto col ms. Vis. e col t une vile des Sogdianiens.
  2. Posto il punto dopo andamento, col t.
  3. Il t ed il ms. Vis. Au commencement sont les très granz nois et parfondes. Corretto farvi in havvi.
  4. Il t par les grandismes jons qui sont sor la mer.
  5. Il t col ms. Vis. qui sont apelè Sere.