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si rauiKU’OHo iiisicnu’ iii uno luoiìo. dove si combatterò sì as()i;mi(’nti’, dit’ nlla fino non no campò che uno che non l’osso morto ’.

Però divisa lo conto dinanzi ’, che ’l cane orna pin t uomo clic bestia che sia, e sì vi dirò alcuna cosa che nostri maestri iscrissero ne’ loro libri.

Sappiate, che quando lase Licio ^ fu morto, lo suo cane non volse mangiare \ e così morio di dolore.

E quando il io Lisimaco ^ l’u messo nel fuoco per li suoi peccati che l’atti aveva, lo suo cane vi si g’ittò entro con lui. o lasciovvisi ardere con lui.

E un altro cane entrò col suo signore in prigione in Roma *"’, e quando lo suo signore fu gittate nel fiume del Tevere in Roma, egli vi

1) Corretto niuno, che è pure ucl ni.s. Vis. in che tino col t: n’ en demora que I vif, et tnit li autre furenl mort en la plane meisme.

2) Agg-iunto: lo conto, col ni. Vis. e col t.

3) Corretto Jnsei in Jase Lieto col nis. Vis. col ms. I3erg’. e col t: Lise Lice.

4) Il t: ne volt onques puix mangier ne pò ne grant.

5) Corretto: Li t amant e, in Lisimaco col t. e col ms. Berg-. Il ms. Vis. legge come la stampa. Altri leggono Nicomede. V. Illustrazioni in fine di ijuesto libro.

6) In Roma, manca al t od al ms. Vis.