Pagina:Latini - Il Tesoro, 2, 1877.djvu/225


221

acqua beono ’ molto, tanto quanlo ogli avrebbe bevuto

in quelli dì che ò sbto senza bere. Anche bee più per la sete che dee venire* e che aspetta. E quando eirli ha molto bevuto, se l’uomo gli fende la pelle delle coste ^ e pone la bocca, e tiri a so come una mammella, sì ne esce acqua chiara e fresca, come d’ una fontana \ E più ama acqua torbida che chiara; e se la truovauo chiara, la intorbidano con i piedi s’elli possono ^ E sono molto umili bestie e soavi, salvo che nel tempo da congiungersi con le loro femine, che allora mordono " fieramente. E li lor piedi sono quasi callo, ed hanno poca unghia, ed è sfessa, e non si guastano " per cammino ch’elli facciano. Ma in loro cammino non vogliono trovare pietre né fango. E molto temono neve e grande freddo \ E ’l grande scrigno ^ ch’elli hanno sul dosso gli

1) Alcuna, manca ni iiì.s Vis.

2) Che dee venire e, manca al ins. Vis.

3) 11 ms. Vis.: la coscio.

4) Il ms. Vi.s.: fonte.

5) Il ms. Vis.: s’effU puote, vagando senqjre dal numero singolare al plurale, come le.stampe.

6) Il m.s. Vis.: ch’elli sono sopra a lodare le femine, sono molto alpestri, che mordono ecc.

7) Il ms: Vis. aggiung-e: né iìiaga// nano per cammino etc.

8) Il ms. Vis.: freddura, come anche altrove.

9) 11 m.s. Vis.: (/rande g Mo.